IL PIU' BEL PENSIER NE COGLIE. parola d'ordine: comunicare. Non importa l'argomento non importa il linguaggio, purchè tutti riescano a comprendersi e capirsi.

martedì, gennaio 31, 2006

La vita...

Vi siete mai alzati una mattina mettendo in discussione in tutto e per tutto la vostra vita? Bhè io no perchè magari non sono coraggiosa fino a questo punto, ma conosco chi l'ha fatto e sinceramente lo ammiro. Questa mattina esco per lavorare, solite cose: non mi va di alzarmi, il nervosismo che corre, le cose che non vanno, i tram che non passano, le brutte notizie che arrivano.
Forse non pensarci è meglio ma poi succede qualcosa e non puoi non pensarci, non puoi fare finta che in realtà la vita, anche se non è quella perfetta che hai sempre desiderato, esiste e va vissuta per questo, mettendosi in discussione, facendo delle scelte ora giuste, ora sbagliate, senza avere il rimpianto di non aver scelto.
In conclusione viviamo questa vita nel bene e nel male perchè è unica e non è soprattutto infinita, guardiamo in avanti senza mai guardare indietro.
Auguro a tutti una vita felice e serena.
Con affetto
Valentina

P.s. mi sa che oggi sono melodrammatica, no? Scusatemi ma non sono sempre così!

martedì, gennaio 24, 2006

Il contatto fisico

In questi giorni mi chiedo se sono o no anormale. Credo di essere una persona molto solare (così dicono), è vero, non sono particolarmente tagliata per parlare della mia vita privata però sono socievole e allo stesso tempo mi piace tantissimo ascoltare le persone quando parlano. La comunicazione fa parte della via di tutti i giorni, e siccome me ne interesso anche dal punto di vista dello studio devo dire che ne sono un difensore paranoico.
Però, perchè c'è sempre un però, non amo molto i contatti fisici con le altre persone, nel senso che quando conosco da poco una persona, sia uomo che donna, mi dà fastidio se mi abbraccia, se mi bacia, se mi tocca le mani, le braccia e tutto il resto.
Insomma si può dire che ci metto pochissimo ad instaurare un rapporto socievole attraverso la parola ma non attraverso il mio corpo.
Vorrei solo un parere a tal proposito. La mia domanda è: "Vi fa piacere, se conoscendo una persona da poco tempo, quindi se un conoscente, ha un contatto fisico con voi (specifichiamo, uno di quelli del primo tipo, AMICHEVOLI!!)?".
Io ci ho pensato e la mia risposta è che odio le persone che non conosco bene, cioè che non considero miei amici, quando mi toccano.
A voi i commenti.
Nuvola

domenica, gennaio 15, 2006

Se potessi avere mille lire al mese...


"Preferisco avere 100 franchi al mese e la libertà di farne quello che voglio, anzichè 200 senza questa libertà" Vincent Van Gogh

Cari cambiamenti...


" Chi vive deve essere sempre pronto ai mutamenti" Goethe

sabato, gennaio 14, 2006

Marcello, come here!



Mi sembra triste che dopo circa 10 giorni di vita il mio blog non abbia uno spazio dedicato ad uno dei miei attori preferiti, il grandissimo (non esistono, secondo me, parole per descriverlo) Marcello Mastroianni. Sorridente icona del fascino italiano, uno degli attori più affascinanti mai esistiti. Con quel suo modo di fare da vero latin lover, lo trovo di un fascino d'altri tempi, è difficile oggi, a mio parere, trovare un attore così, capace di darti quelle emozioni, di farti sognare.
A me piace ricordarlo nelle scene iniziali de 'La dolce vita' con quei suoi occhiali neri suadenti...emozionante!

venerdì, gennaio 13, 2006

SI RITORNA ALLA VITA "NORMALE"...


Ebbene si, siamo rientrati ufficialmente nella nostra "vita normale". Per me è assai dura la cosa, non so per voi, ma io credo di si!!!
Per quanto mi riguarda ritorno ad una vita da studentessa "fuori sede" in una città che a me piace tanto, Roma (che purtroppo è di una caoticità inimmaginabile!).
Lontano dagli affetti, dalla famiglia e dalla tua casa non c'è periodo migliore per chi frequenti l'università... Il periodo degli esami è uno dei più belli, in cui siamo felicissimi di iniziare le lunghe giornate sui libri e le lunghe attese per sostenere queste amatissime prove.
Il clima è quello da PONTE DEI SOSPIRI di Venezia, che ho avuto il piacere di visitare qualche giorno fa e che è estremamente bello, soprattutto per il suo significato, a cui deve sostanzialmente il suo nome. Venne così battezzato perchè collega Palazzo Ducale (sede del doge) alle carceri e, come si può comprendere, i condannati che lo oltrepassavano infelicemente sospiravano alla magnifica veduta della Laguna, che sapevano di non poter rivedere mai più.
Ecco, io mi immagino nella mia stanza a Roma, dove mi affaccio ogni tanto per la tanto attesa pausa dallo studio... non vedo certo la Laguna ma per lo meno la vita!
Sarà un periodo un pò faticoso, ma si supererà anche questo!
Un saluto, un bacio e un in bocca al lupo ai tanti studenti che, come me, in questo periodo dovranno...STUDIARE!

domenica, gennaio 08, 2006

BUONA EPIFANIA (anche se con un po' di ritardo!)!


Innanzitutto volevo dare gli auguri, anche se posticipati, a tutti coloro che leggono il mio neo-blog! Sono appena tornata da una bellissima vacanza a Venezia e sono ancora un pochino stanca per il viaggio e per lo "stress" di questi giorni.
Mi scuso se non mi dilungo troppo ma domani vi parlerò di una magnifica città, unica al mondo, Venezia.
A domani e buonanotte a tutti! :-)
Nuvola

lunedì, gennaio 02, 2006

Volevo ringraziare...

Volevo ringraziare innanzitutto Giano, Tisbe e Anita che sono stati i miei primi ospiti!
Spero che veniate a trovarmi spesso!
Un bacio

L'unica cosa certa nella lingua è la morte

Anche se oggi sto preparando le valigie per passare 5 magnifici (spero) giorni con il mio ragazzo a Venezia, dove, per giunta, non sono mai stata, ho trovato del tempo per leggere il Corriere... tra le tante brutte notizie che ci sono (italiani rapiti, aumenti vari, ecc...) ho trovato un'altra, almeno per me, brutta notizia. Ebbene si, molte lingue stanno scomparendo, purtroppo o per fortuna infatti esiste quello che linguisti e glottologi chiamano "mutamento linguistico" che a volte porta anche alla scomparsa della lingua, un eccezionale sistema complesso dove vige però la regola della funzionalità, cioè se una lingua non è più funzionale, ovvero non serve più a comunicare, allora muore.
Alla fine ho così riscontrato che, anche per la lingua, esiste la morte, questo quando più nessuno la parla e la utilizza.
Triste destino, ancora una volta è avvalorata la tesi "l'unica cosa certa nella vita è la morte", che non si smentisce, malgrado i passi da gigante della scienza, mai.
Risporto l'articolo.
Buona lettura.

P.S. una cosa che non condivido affatto in questo articolo è il conteggio delle lingue. Infatti preciso che, in base a cosa si intende per lingua, di conseguenza se ne può contare il numero, altrimenti è un errore grossolano!!!!





Le più diffuse: cinese, inglese, spagnolo, russo, francese e hindi
In un secolo andranno perse 3 mila lingue
Oggi nel mondo si parlano circa 6 mila idiomi. Ma l'Unesco stima che la globalizzazione ne farà sparire la metà entro il 2100


Delle 6.000 lingue parlate oggi nel mondo ne resteranno, fra un secolo, la metà, cioè 3.000. Il ritmo della loro scomparsa si accelera seguendo i tempi sempre più stretti della globalizzazione economica che porta con sè l'esodo dalle campagne e lo smarrimento degli indigeni nelle metropoli e negli stati più industrializzati. Ed è proprio in questi nuovi ambienti che perderanno progressivamente il loro antico idioma.
AMERICA E AUSTRALIA - Il 96% delle 6.000 lingue diffuse oggi è parlato solo dal 3% della popolazione mondiale: nel 2000 se ne parlavano 1.995 in Africa, 1.780 in Asia, 1.250 nelle Americhe, 1.109 in Nuova Guinea, 234 in Australia, 250 nel Pacifico e 209 in Europa. La morìa delle lingue - secondo gli esperti dell'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite che tutela la cultura e la scienza - sarà molto più forte in Australia e in America.
NAVAJO A RISCHIO - «Negli Stati Uniti - spiega al quotidiano parigino Le Monde la linguista Colette Grinevald, docente all'Università di Lione, specialista del mondo americano e collaboratrice dell'Unesco - si parlavano, prima dell'arrivo dei bianchi, 300 lingue. Nel 1992 ne erano rimaste 175 utilizzate almeno da una persona. Nel 2.100 ne resteranno cinque. Anche il navajo, che è la lingua indigena più parlata - da 120.000 persone - rischia di scomparire, perchè sempre meno bambini la imparano».
ALLARME ANOMIA - Con la cancellazione delle lingue scompariranno anche numerose conoscenze, perché proprio gli idiomi locali - osserva Grinevald - «permettono di vedere in modo diverso il mondo e di mostrare le varie sfaccettature del genio umano. In Guatemala io sto lavorando su una lingua a rischio, il poptì, che definisce tutti gli oggetti attraverso la materia della quale sono fatti». «La scomparsa di una lingua - sottolinea ancora la professoressa - può creare inoltre dei problemi d'identità, perché permette di radicarsi in una storia. Nell'America Latina, per esempio, molti hanno dovuto rinunciare alla propria lingua a vantaggio dell'inglese o dello spagnolo, con il risultato di creare un'anomia, una assenza della regola, in cui nessuna delle due lingue è padroneggiata. Una situazione che può
E' il cinese la lingua più parlata al mondo (Afp)diventare fonte di violenza o di autodistruzione, come, fra quelle popolazioni, l'alcolismo o il suicidio».
IL MUSEO DELLA PAROLA - Anche per questi motivi è necessario correre ai ripari per tentare di salvare il salvabile. A febbraio dovrebbe essere presentato all'Unesco il progetto del nuovo Museo della parola, un estremo tentativo di salvare le lingue in via di estinzione, lanciato all'ultima edizione del Festival della scienza di Genova.
LE PIU' PARLATE - Attualmente le lingue più parlate nel mondo sono il cinese (1.120 milioni di persone), l'inglese (480 milioni), lo spagnolo (320), il russo (285), il francese (265), l'hindi/urdu (250). Nel 2100 maggioritarie saranno le lingue asiatiche, come il cinese e l'hindi, l'inglese, lo spagnolo, l'arabo. Nel continente africano lo swahili, parlato all'est e al centro, e il wolof, in Senegal, sono in pieno sviluppo e stanno divorando le lingue della regione. Secondo l'esperta, l'inglese diventerà una lingua mondiale, «una seconda lingua come veicolo, relativamente semplificata ed adattata al commercio e agli scambi».

domenica, gennaio 01, 2006

curiosità: vi siete mai chiesti da dove ha origine il simbolo @?

ragazzi... ecco presto svelata la mia curiosità...
Voi ve lo siete mai chiesti da dove ha origine il simbolo @? Io si e guardate cosa ho trovato! Incredibile siamo stati noi italiani ad utilizzare questo simbolo per primi!
Riporto l'articolo pubblicato qualche tempo fa sul quotidiano "La Repubblica" che risporta un articolo dedicato a Giorgio Stabile, un docente dell'università "La Sapienza" di Roma.
Davvero interessante!!



Scoperta l'origine del simbolo @ degli indirizzi e-mail. La utilizzavano i veneziani per i loro commerci in mare
Quella chiocciola antica inventata dagli italiani
Un docente romano: "E' nata come unità di misurala conoscevano anche greci e arabi. Finché gli inglesi..."di DARIO OLIVERO

ROMA - C'è chi dice "chiocciola", chi dice "chiocciolina", chi fa l'esperto e dice "at", in inglese. Tutti riconoscono quel simbolo che sta in mezzo a un indirizzo di posta elettronica: la @. Ma da dove viene? Chi ha pensato di utilizzarla facendola diventare uno dei caratteri più importanti della Rete? Perché scegliere proprio quel simbolo? E, soprattutto, chi l'ha inventato? La risposta a tutte queste domande ci riporta indietro di almeno cinque secoli. La chiocciola, tracciata esattamente con quello stilema compare in alcuni scritti del '500. Sono scritti commerciali, lettere mercantili. E sono italiani. Veneziani, per essere precisi. Come, dalla fiorente economia della Serenissima, passando attraverso l'impero navale inglese e sfiorando il mondo arabo e la Spagna, la chiocciola sia sbarcata su Internet, è un viaggio che ha scoperto Giorgio Stabile, docente di Storia della scienza dell'Università "La Sapienza" di Roma. Stabile, curando una raccolta fotografica per l'Istituto Treccani che dovrà contenere tutti i fatti salienti del secolo, ha approfondito le origini di molti degli aspetti delle nuove tecnologie. Tra questi non poteva mancare Internet né la rivoluzionaria svolta nelle comunicazioni che ha impresso l'avvento della posta elettronica. Ed ecco quindi la ricerca delle origini di quello strano segno presente sulle tastiere dei pc di tutto il mondo.Professore, come è incominciata la ricerca? "Dal mondo anglossassone. Nei caratteri tipografici del secolo scorso, la @ assume il significato di at a price of, al prezzo di. Un simbolo squisitamente commerciale". E' stato questo l'indizio che ha dato l'input alla ricerca a ritroso attraverso il tempo. Simbolo commerciale, dunque. Quindi, racconta Stabile, bisognava cercare in quella direzione l'antenato che ha consentito al mondo anglosassone di poterlo utilizzare. "Nessun simbolo nasce dal nulla e nessun simbolo viene scelto a caso", dice il professore.Allora, grazie a un paio di dritte della Scuola paleografica romana, Stabile ha consultato una raccolta di documenti mercantili italiani di proprietà dell'Istituto internazionale di storia ecomomica "Francesco Datini" di Prato, curata da Federigo Melis. Bingo. Seguendo questa pista, Giorgio Stabile è arrivato a scoprire che la @ rappresentava un'icona dei mercanti italiani (soprattutto veneziani), che la utilizzavano come abbreviazione commerciale dell'anfora, unità di peso e capacità dalle origini antichissime.Due indizi non fanno una prova. E allora ecco il terzo che conferma l'universalità di quel simbolo. Stabile ha fatto un altro passo indietro. Anno 1492 (agli appassionati di coincidenze non sfuggirà questo aspetto): un dizionario spagnolo-latino traduce la parola "arroba" con "anfora" e cioè dimostra che le due unità di misura sono conosciute sia nel mondo arabo ispanico che in quello greco-latino.Ma allora professore come si è arrivati da questa accezione commerciale a quella del ciberspazio? "Merito di Ray Tomlinson, un ingegnere americano. E' uno dei padri di Internet, è stato il primo a individuare un sistema di posta elettronica da utilizzare su Arpanet, l'antenato del Web. Gli serviva un simbolo da inserire tra il nome del destinatario e il percorso per arrivare al server dove questo era ospitato. Era l'inizio degli anni Settanta. Tomlinson se l'è trovato sulla tastiera perché, come abbiamo detto, gli anglosassoni hanno continuato a servirsene con l'accezione di at price of. Ed ecco risolto il mistero".Insomma, si potrebbe tranquillamente sostituire l'espressione "chiocciola" con l'espressione "anfora"? "Sì, volendo. Ma al di là della diffusione del simbolo nel mondo arabo, non dimentichiamo il merito degli italiani. A proposito, ho il sospetto, ma ho bisogno di tempo per approfondire la ricerca, che questo simbolo possa essere stato utilizzato anche da Leonardo da Vinci. Vedremo". (28 luglio 2000)

le parole...

"Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite: proprio per questo, diceva un filosofo, gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie. Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori. È un maleducato, se parla in privato e da privato. È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante, un dipendente pubblico, un eletto dal popolo. Chi è al servizio di un pubblico ha il dovere costituzionale di farsi capire. " Tullio De Mauro

Anno nuovo...blog nuovo!


Ebbene si, siamo arrivati al 2006, chi con e chi senza furore ma siamo arrivati all'alba di questo nuovo anno.
La prima cosa che ho fatto in questo nuovo anno è dare un bacio grandissimo al mio ragazzo, che ha passato la mezzanotte (e non solo, purtroppo per lui! :)) con me, la seconda è stata quella di chiedermi per quale motivo milioni di persone oggi danno vita ad un blog... perchè tutta questa gente vuole parlarsi, anzi vuole discutere di ciò che gli succede, di ciò che succede nel mondo, e quindi a tutti noi?
Ancora non so darmi una risposta precisa... la mia è comunque quella di COMUNICARE, la cosa più bella che ci potesse mai capitare di poter fare.
Quindi, dopo il brindisi alla comunicazione, si parte, avanti più che mai per un nuovo anno, che come tutti gli altri sarà bello e brutto, ma sarà soprattutto diverso per ognuno di noi e quindi comunque bellissimo.
Putrtroppo quest'ottimismo non sarà vivo tutto l'anno ma ogni tanto spunterà fuori, almeno spero!